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da | Giu 13, 2025 | Novità | 0 commenti

Autovelox, nuove norme in vigore: dove si possono usare e con quali limiti

 

Il 12 giugno 2025 è entrata in vigore una riforma destinata ad avere un impatto rilevante sulle casse dei Comuni italiani. Da ieri, con l’applicazione definitiva delle nuove regole introdotte dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’aprile 2024, le amministrazioni locali non possono più installare autovelox in modo indiscriminato. Sono ora obbligate a rispettare distanze minime tra le postazioni e a ottenere il parere favorevole delle Prefetture, potendo posizionare i dispositivi solo dove siano presenti le condizioni previste dalla normativa.

Autovelox: dove sarà possibile installarli

Come stabilito dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, gli autovelox potranno essere utilizzati solo su tratti di strada individuati con un apposito provvedimento del prefetto, a condizione che ricorra almeno una delle seguenti situazioni:

  • elevato numero di incidenti legati all’eccesso di velocità nei cinque anni precedenti;

  • impossibilità o difficoltà di contestare immediatamente la violazione;

  • presenza di traffico con velocità media superiore ai limiti previsti.

In aggiunta, il decreto fissa una distanza minima obbligatoria tra i dispositivi per evitare installazioni troppo ravvicinate e ingiustificate: si parte da almeno 4 km sulle autostrade, fino a un minimo di 500 metri sulle strade urbane di quartiere. Inoltre, deve essere garantita una distanza minima tra il cartello di limite di velocità e l’autovelox, pari ad almeno 1 km fuori dai centri abitati, 200 metri sulle strade urbane di scorrimento e 75 metri sulle altre strade.

Autovelox: senza omologazione multe a rischio, ma le sanzioni restano valide

La Corte di Cassazione chiarisce che approvazione e omologazione non sono la stessa cosa: si tratta di due procedimenti distinti. L’omologazione ha lo scopo di verificare che gli autovelox funzionino correttamente e rispettino precise caratteristiche tecniche, conferendo così valore legale ai rilievi effettuati, come la velocità misurata e le immagini scattate.

La sua importanza risiede nel ruolo di garanzia pubblica: certifica che l’intero sistema di rilevazione sia affidabile, preciso e conforme alla legge, tutelando i diritti dei cittadini. L’approvazione, invece, è legata alla prima immissione del dispositivo sul mercato e non basta da sola a garantire questi requisiti.

Fino a quando il ministero non fornirà chiarimenti ufficiali, restano comunque valide le sanzioni per il superamento dei limiti di velocità previste dal nuovo codice della strada:

  • Fino a 10 km/h oltre il limite: Multa da 42 a 173 euro;

  • Tra 11 e 40 km/h oltre il limite: Multa da 173 a 694 euro e decurtazione di 5 punti patente se la violazione avviene in centro abitato;

  • Tra 41 e 60 km/h oltre il limite: Multa da 543 a 2.170 euro, decurtazione di 6 punti patente e sospensione della patente da 1 a 3 mesi;

  • Oltre 60 km/h oltre il limite: Multa da 845 a 3.382 euro, decurtazione di 10 punti patente, sospensione della patente da 6 a 12 mesi;

Autovelox non censiti, scatta lo stop

Gli autovelox che non rispettano le nuove disposizioni saranno considerati irregolari. Ma non è tutto: la Lega ha proposto un emendamento al Decreto Infrastrutture che impone ai Comuni di comunicare formalmente l’elenco completo degli autovelox installati sul proprio territorio. In assenza di questa comunicazione, i dispositivi non censiti non potranno essere attivati.

L’obiettivo è assicurare che gli autovelox vengano utilizzati per migliorare la sicurezza stradale, prevenire incidenti e tutelare gli utenti della strada.

 

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