Nuovo codice della strada: ritiro della patente per chi abbandona gli animali
L’abbandono degli animali rappresenta uno dei pericoli più gravi per la sicurezza stradale e costituisce un atto di crudeltà: ogni anno, decine di migliaia di cani e gatti vengono abbandonati lungo le strade o in prossimità delle grandi vie di comunicazione. Finalmente, i legislatori hanno deciso di intervenire, rendendo più severe le sanzioni già previste sia dal Codice della Strada che dal Codice Penale.
La Commissione Trasporti della Camera ha recentemente approvato un emendamento, frutto di mesi di studio e di proposte avanzate da diverse associazioni, che prevede non solo la sospensione della patente, ma anche la reclusione in caso di incidenti con conseguenze mortali o lesioni causate da animali abbandonati.
Le normative in atto
Al momento, l’articolo 727 del Codice Penale disciplina diverse disposizioni, tra cui la possibilità di arresto fino a un anno o una multa da 1.000 a 10.000 euro per chi abbandona animali domestici o li tiene in condizioni non compatibili con il loro benessere, causando loro gravi sofferenze. Al contrario, il Codice della Strada attuale non contempla specificamente il reato di abbandono, ma include una serie di norme sul trasporto e la custodia degli animali, richiamando anche il Codice Penale. Tuttavia, sono presenti articoli con sanzioni specifiche per la mancanza di vigilanza e la sosta in strada.
Le nuove normative
Con la riforma attualmente in discussione al Parlamento, si adotta un principio di “tolleranza zero” nei confronti dell’abbandono degli animali. Il responsabile potrebbe essere condannato fino a sette anni di carcere “se l’abbandono avviene in strada e causa vittime o feriti”. In pratica, l’emendamento equipara questa condotta ai reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi o gravissime, quando il soggetto che abbandona un animale mette in pericolo anche gli altri utenti della strada. Inoltre, alle pene principali si aggiungono automaticamente le sanzioni accessorie previste per gli stessi reati, che vanno dalla sospensione alla revoca della patente, a seconda della gravità dell’atto commesso.
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